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Sarzana Valorizzazione – 1

Siamo in un caldo luglio dell’Anno Domini 2007. Che il clima sia davvero caldo – dobbiamo essere onesti – è un’invenzione drammaturgica dell’autrice del presente articolo, tesa a preannunciare il carattere infernale della messa in scena che si sta allestendo nel piccolo comune di Sarzana.

Ad onor del vero, la tracotanza degli attori in gioco trova la sua premessa nell’art. 84 della Legge Finanziaria del 2002, che estende anche ai comuni la facoltà di trasformare beni immobili in liquidità tramite cartolarizzazione.

E’ possibile che leggendo il termine cartolarizzazione, i forse 6 lettori che si accingevano a leggere questo pezzo si siano più che dimezzati. Per tenere alta l’attenzione dei 2,5 rimasti, semplifichiamo:

nel caso specifico da noi trattato si intende più che altro vendita tout court nel “vano tentativo di creare denaro liquido da beni immobili” con la partecipazione di tre parti:

  • l’ORIGINATOR, ovvero il Comune proprietario del bene che si vuole monetizzare,
  • la società veicolo costituita dall’originator con un capitale minimo di 10.000 Euro, che gestisce l’operazione acquistando i beni con i fondi ottenuti da un finanziatore e procedendo poi alla monetizzazione degli stessi ed al rimborso del finanziamento
  • un finanziatore, nel nostro caso un istituto di credito. La garanzia della buona riuscita dell’operazione dovrebbe essere rappresentata dal valore del bene ceduto, che deve essere quantificato a valore di mercato.

In quel torrido fine luglio 2007, a governare la città troviamo:

CALEO Massimo (Ds), Sindaco
BOTTIGLIONI Roberto (Margherita), da pochissimo vice-sindaco e assessore all’urbanistica al posto di Gino Ambrosini.
BELLETTATO Renzo (Margherita), subentrato al Bottiglioni come assessore all’istruzione, alle risorse umane, all’efficienza della macchina comunale e ai servizi demografici, dopo il “rimpasto Ambrosini”.
MILANO Stefano (Socialisti per Sarzana), assessore alla cultura e ai suoi Itinerari.
PICCIOLI Luca (Ds), assessore ai lavori pubblici.
PITTIGLIO Rosanna (Indipendente), assessore alle politiche sociali.
GUASTINI Antonella (Rif.Comunista), assessore all’ambiente e alla partecipazione.
E AMBROSINI Gino? L’ex-vice-sindaco e ex-assessore all’urbanistica se n’è andato sbattendo la porta in un radioso – per lui – 3 luglio di quell’anno. Pochi giorni prima della delibera in questione. Chissa perché.

OPS…  dimenticavamo il pezzo forte:
CAVARRA Alessio (Ds), assessore alla programmazione finanziaria, allo valorizzazione e sviluppo delle risorse economico/produttive, alle politiche comunitarie, della formazione professionale e del lavoro

Tutto quanto ci è dato sapere ha origine dalla DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE n. 69 del 30/07/2007 che vede i rappresentanti della maggioranza degli elettori sarzanesi tutti protesi ad approvare la costituzione e lo statuto della società “Sarzana Valorizzazione Patrimonio s.r.l. a socio unico”.

 Presenti alla seduta sono i Consiglieri: CALEO Massimo (sindaco) – CORONA Maurizio (Presidente C.C.) – DESTRI Giovanni (Capogruppo DS) – PALAGI Mario Stefano – PODESTA’ Ottaviana – MIONE Paolo – CAGETTI Emi – ROSIGNOLI Giancarlo – ROSSI Giuseppina – BAUDONE Massimo – MICHELUCCI Juri – BRIGANTI Enrico Guido – FERRI Tiziano – BAVIERA Giuseppe – CAMAIORA Andrea – ROSSI Gabriele – PIZZUTO Andrea (minoranza).

Assenti: FELICI Fabio – PINELLI Damiano – PRATICI Alessandro –– RAMPI Carlo.

Segretario Generale: Avv. Marisa Vittoria MONTELEONE, incaricato della redazione del verbale.

Presenti anche (per fortuna!!!) i Revisori dei Conti: CONTI G.P. – PRUNI F. – PETRICCIOLA V.

Il sindaco Caleo – Originator, per gli amici – prende la parola per convincere la platea dei consiglieri della bontà del progetto faraonico studiato nei minimi particolari all’interno della sua Giunta, che vede quale brillante Assessore al Bilancio il maxiesperto Cavarra.

 Il Consigliere di Rifondazione BRIGANTI prova a proporre due questioni di buon senso: studiare un protocollo di intesa per regolare i rapporti tra il Comune e la Società, e creare un’unità di dipendenti comunali che controlli le Società partecipate. MAI SIA! La maggioranza compatta (a parte Rosignoli, che se n’è scito, e CAGETTI Emi, astenuta) boccia.

 Le premesse riportate nel verbale della delibera sono che il Comune di Sarzana possiede un patrimonio immobiliare il quale, se opportunamente valorizzato, “può essere interessato da importanti investimenti atti a supportare un importante sviluppo infrastrutturale ed economico consentendo al Comune un ruolo fondamentale di pianificazione e controllo”. Antani?

Le ragioni che spingono la Giunta a proporre il leggiadro passo tutto a vantaggio della comunità sono:

  • maggiore possibilità di conseguire l’obiettivo di valorizzare il patrimonio in quanto quello è lo scopo unico della società;
  • superamento dello scoglio imposto dalle leggi finanziarie per l’assunzione da parte del Comune di personale necessario per svolgere l’attività;
  • razionalizzazione e contenimento dei costi di gestione: la Società, essendo di diritto privato potrà recuperare più agevolmente l’IVA sugli investimenti e sulle spese di gestione,
  • possibilità di attuare procedimenti decisionali ed attuativi più snelli ed efficaci rispetto alla gestione diretta del Comune;
  • messa a disposizione del Comune di liquidità in tempi brevi, a seguito della cessione alla società dei beni da valorizzare.

Si rassicurano poi gli astanti ricordando che l’Amministrazione Comunale dovrà svolgere su detta Società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi ai sensi dell’art. 113 del D.lgs 18 agosto 200 n. 267; che in data 14 e 30 luglio 2007 lo statuto è stato esaminato dalla commissione Affari Istituzionali; che vi sono stati i pareri favorevoli relativi alla regolarità tecnica e contabile del provvedimento, espressi dagli uffici competenti.

Con 11 voti favorevoli su 14 votanti, essendosi astenuti BRIGANTI e FERRI, e 3 voti contrari (ROSSI Gabriele – PIZZUTO A. e CAMAIORA A.) si delibera di approvare la costituzione di “Sarzana Valorizzazione Patrimonio s.r.l. a socio unico” e lo statuto”.

Ecco i punti salienti dello STATUTO:

  • la costituita “Sarzana – Valorizzazione Patrimonio” è una società a responsabilità limitata a socio unico che ha sede in Sarzana Piazza Matteotti n. 1 (palazzo comunale).
  • l’oggetto della società è l’acquisto o la cartolarizzazione di beni di proprietà del Comune di Sarzana, la progettazione, la valorizzazione, l’esecuzione delle opere e la vendita di beni immobili. La società potrà inoltre compiere tutte le operazioni mobiliari ed immobiliari, commerciali, finanziarie, necessarie o utili per il raggiungimento dell’oggetto sociale. Potrà contrarre mutui od altri finanziamenti garantiti da ipoteche, o da fideiussioni rilasciate dal Comune di Sarzana.
  • Il capitale sociale è di Euro 20.000.
  • Il Comune di Sarzana è il Socio Fondatore unico della Società
  • All’Assemblea dei soci, trattandosi al momento di socio unico, presenzia il Sindaco o suo delegato.
  • L’amministrazione della società, con delibera dell’Assemblea è affidata ad un Amministratore Unico, che dura in carica per tre esercizi ed è rieleggibile. L’assemblea stessa, ne fissa anche il compenso.
  • L’Amministratore Unico è investito dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria della Società, senza eccezione alcuna ed ha quindi facoltà di compiere tutti gli atti che ritenga opportuni per l’attuazione ed il conseguimento degli scopi sociali, esclusi soltanto quelli che la legge riserva inderogabilmente all’Assemblea. Avrà quindi tra l’altro, facoltà di transigere e compromettere, di acquistare e vendere, permutare e conferire immobili, di consentire iscrizioni, cancellazioni e qualsiasi annotamento ipotecario, di rinunciare ad ipoteche legali, di autorizzare e compiere qualsiasi operazione presso gli Uffici del Debito Pubblico, della Cassa Depositi e Prestiti e presso ogni altro Ufficio Pubblico o Privato ed in particolare presso le Banche.
  • Gli utili netti di esercizio saranno così ripartiti: a) non meno del 5% (cinque per cento) al fondo di riserva legale ordinaria; b) il restante 95% (novantacinque per cento) al socio unico, salvo che l’assemblea deliberi speciali prelevamenti a favore di riserve straordinarie o per altre destinazioni, oppure disponga di mandarli in tutto od in parte ai successivi esercizi.

(to be continued…)

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