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Sarzana a misura di tutti

Come dovrebbe essere Sarzana per

un bambino
dovrebbe avere tanti parchi giochi dove incontrare gli amici
un diversamente abile
dovrebbe avere meno barriere architettoniche, umane e culturali
un cittadino in periferia
sarebbe importante riqualificare delle zone spesso trascurate e mal collegate con il centro urbano
Insomma, basterebbe saper ascoltare ed osservare meglio ciò che ci circonda per poter tratteggiare i contorni della città ideale.
 
 
 
 
Negli ultimi decenni la città hanno visto ridursi gli spazi vitali dedicati all’incontro e all’interazione tra i suoi abitanti privilegiando le esigenze massive del commercio, del lavoro, del trasporto e del turismo di massa.
A subire i danni principali di queste politiche urbanistiche sono non solo alcune fasce meno protette, come disabili, i minori disagiati, gli anziani, ma anche i bambini e le famiglie.
 
Bambini
La città deve essere strutturata e gestita in modo che i bambini abbiano la possibilità di uscire di casa, recarsi a scuola, incontrarsi e giocare negli spazi pubblici senza essere necessariamente accompagnati dagli adulti: questo permette loro di vivere esperienze fondamentali per la crescita, come l’esplorazione, la scoperta, la sorpresa e l’avventura. I bambini delle città moderne sono spesso invece costretti a vivere lunghi momenti di solitudine, in un contesto domestico controllato, vedendo appagate le loro necessità solo attraverso il consumo di beni materiali o mediatici.
Una città, grande o piccola che sia, concepita “a misura di bambino” prevede spazi, giardini, piazze, cortili dove i giovani cittadini si muovono in sicurezza, al riparo dalle insidie del traffico, dell’inquinamento, della delinquenza e delle intolleranze.
È un città inoltre che offre servizi e iniziative di aggregazione e di animazione culturale, come feste, ludoteche, spettacoli, laboratori e giochi sportivi, attività che al carattere ricreativo uniscono una grande valenza formativa.
La città deve inoltre valorizzare il ruolo di “cittadinanza attiva” dei bambini.
Il bambino è infatti portatore di opinioni e proposte, e capace di interpretare ed esprimere i propri bisogni meglio di chiunque altro.
E visto che i bisogni dei bambini coincidono con quelli di gran parte dei cittadini, specialmente delle fasce meno protette, una città che ascolta i bambini è una città dove tutti vivono bene.
 
Disabili
Nel 2006 l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”, intendendo per disabili tutti coloro che hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che possono impedire la piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri.
Nelle città il superamento delle barriere, non solo architettoniche ma anche umane e culturali, riguarda tutta la popolazione, perché chiunque, nel corso della vita, può subire periodi di non autosufficienza o inabilità. La città, con i suoi servizi, le sue strutture e i suoi spazi, sia pubblici che privati, deve essere fruibile e accessibile per ogni cittadino, al fine di consentire anche alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita cittadina, compresi i trasporti, i sistemi e le tecnologie di informazione, le strutture scolastiche e sanitarie.
Questo implica non solo la rimozione di alcuni ostacoli, ma anche l’adeguamento delle strutture e l’offerta di servizi di assistenza e di mediazione.
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