• per riportare la sinistra a Sarzana
Sviluppo economico

Paraparaparaparaparaparapà paraparaparaparapà… Ma dov’è questa crisi? (video… e racconto)

E’ di questi giorni l’uscita su tutti i quotidiani della “Sindaco’s propaghenda” circa gli obiettivi raggiunti…

Il video di Massimo Ricci (coordinamento Sarzana in movimento) riportato di seguito denuncia che

… Se fra questi obiettivi c’era quello di favorire incondizionatamente la Grande Distribuzione trasformando il tessuto cittadino con le sue attività commerciali e artigiane in un deserto… Allora… OBIETTIVO RAGGIUNTO!

(segue racconto onirico di Massimo Ricci)

La capitale mondiale del lusso accessibile

Sono stanco, i muscoli scaleni urlano vendetta, mi addormento, forse sogno.

Luci al neon illuminano degli stanzoni vuoti, cerco di orientarmi, le vetrate opache mi rimandano una scritta in trasparenza “SPNI”, provo a ribaltare la visione. Ah ecco, comincio a capire!

Nel fondo di uno degli stanzoni intravedo una sagoma, si muove veloce a scatti, gesticola muovendo fasci di elettroni, gli occhi vispi mi osservano, ogni sguardo da un’angolazione diversa, indagatore, severo ma con un fondo allegro, non riesco a prevenderne la traiettoria.

Sembra un po’ un maghetto rompiballe! Faccio per uscire in strada, m’intercetta, spostandosi velocissimo mi sbarra il passo, comincio ad innervosirmi ma lui mi tende la mano, ”è amichevole” penso, e si presenta.

“Piacere, sono il nuovo sindaco e se mi permette di rubarle un po’ del suo tempo (figurati, sto dormendo!) vorrei illustrarle caro concittadino le infinite possibilità di utilizzo di questi meravigliosi locali”. Sì, sì deve essere proprio un maghetto rompiballe!

“Pensi che bello se dessimo uno spazio ai nostri pittori e scultori per esporre le loro opere anche qui, come a Madrid, Barcellona, Milano o New York; sì, sì una bella galleria di arte contemporanea pubblica e permanenteeee…”.

Zot!  Ed è già in un’altra stanza. Decido di seguirlo.

“Pensi, qui potremmo fare una biblioteca multimediale” zot! “una ludoteca per i nostri ragazzi” zot!                        “magari un centro di Studi sulla storia e le tradizioni della lunigiana” zot!“ una casa di tutte le associazioni di concittadini che si adoperano contro la mafia e l’usura, un centro di autoaiuto contro le ludo patie, le nuove povertà, una casa dei popoli multietnica e interreligiosa, una enoteca pubblica“ zot! zot! zot! zot!…                Merda, l’ho perso!

Mi riappare dietro all’orecchio e mi sussurra: “Caro concittadino, le confido un segreto: costerebbe pochissimo, io per me non chiederei nulla, solo (e gli si inumidiscono gli occhi!), la possibilità di appendere il ritratto autografo del presidente”; “che male c’è!” gli rispondo, “d’altronde, nei locali pubblici lo prevede la costituzione”. Il suo sguardo si fa bonario, abbozza un sorriso e me lo mostra con orgoglio, cerco di mettere a fuoco la dedica e poi il volto,  ‘con amicizia nell’anno del triplete’. Nooo, è Moratti!!!!

Ho la bocca secca e impastata, mi sveglio vado in cucina bevo un bicchier d’acqua e immagino quegli stanzoni pieni di opere d’arte, di libri, di donne, di uomini, di bambini, di voci e di colori del mondo.

Sto maghetto non è così rompicoglioni come sembra! Mah, torniamo a dormire che sono solo le tre.

Puf!  Mi riaddormento. Oh no!! Sono ancora lì negli stanzoni ma stavolta c’è più gente.

Intravedo tre sagome, decido di avvicinarmi cerco di metterli a fuoco sembrano due uomini e una donna. Gli sguardi un po’ torvi, accentuati dall’abbigliamento in cui sono inguainati, super griffato e hard slim fit, nell’insieme però il terzetto mi suona un po’ disarmonico, sembrano un po’ dei Matrix, però più sfigati. “Mah, chissà chi sarà il loro fashion stylist?” mi domando mentre li avvicino.

Il piccoletto vestito da Matrix mi si fa sotto reggendo quella che sembra una tavola da surf, ma da più vicino mi accorgo che è un magnifico tablet tempestato di cristalli Swarovski, l’atteggiamento mi confonde: parla al tablet guardando me o guarda il tablet parlando con me? “Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia”, mi rispondo per rassicurarmi.

Mi si fa sotto e mi dice: ”Buongiorno signor coso, sono il nuovovecchionuovo sindaco e questi sono la mia vice ed il mio vicevice”.

“Buongiorno a voi!”, rispondo. Il piccoletto mi prende sottobraccio e mi dice: ” Caro signor coso veda di non svegliarsi perché vorrei illustrarle il nostro sogno“.  A dire la verità questo è il mio sogno, ma preferisco non dirglielo per non ostacolare la comunicazione onirica. Si avvicina ancora con occhi sognanti mostrandomi lo screen saver luccicante del suo “tablet da surf” guardi che spettacolo!

Guardo, non capisco (generazione cabina telefonica); “ma come non capisce, è la nuovissima app: il generatore automatico di liste civiche (fingo stupore); la può usare anche un bambino (vice e vicevice assentono alzando gli occhi al cielo). Basta inserire il nome della località, ad esempio NARNIA (ora ad avere gli occhi al cielo siamo in tre), ecco che in un secondo avremo: NARNIA DI NARNIA, NARNIA PER NARNIA, NARNIA CON NARNIA, NARNIA A NARNIA (oddio fermatelo!). Per ora siamo solo alle preposizioni semplici, ma pensi alle infinite possibilità inserendo quelle articolate.  Ah, ovviamente la app è mia” – e, mentre allontana lo screen surf saver -, “quindi anche le liste sono mie!”.

“Pensi che meraviglia, noi trasformeremo questa umile borgata nella capitale mondiale del lusso accessibile!!”

(Battimani del vice e battibattimani del vicevice)

“E’ tutto pronto: abbiamo i nostri urbanisti con master conseguiti nei prestigiosi Fidenza e Brugnato outlet, che hanno già predisposto il restyling della città, abbiamo già pronto tutto il merchandising venga, venga a vedere.”

Vado (anche se sto sogno comincia un po’ a rompermi i coglioni), “guardi, in questa stanza ci sarà lo showroom, abbiamo già pronte le t-shirt!”, me le mostra orgoglioso.

Non sono male, l’idea è geniale! “Il nuovo skyline della città con migliaia di antenne come installazioni di arte moderna – sottolinea la vice, – e sotto, le scritte tempestate di Swarovski: non mi sembra, non ne vedo, non ci risulta.”

“Abbiamo pensato di realizzare anche dei gonfiabili con le sembianze di tutti i sindaci, i vice sindaci e gli assessori dal 1950 a oggi!” (battimani del vicevice, ma non della vice!). “E poi, che dire dei fantastici profumi? Ne abbiamo di ben tre fragranze selezionate secondo le suggestioni che si hanno passeggiando per il nostro meraviglioso centro storico: Paranzas al fritto misto, Oasis al kebab e il rude Bus on the road al gasolio”.

“Perché sa, signor coso, – interviene il vicevice -, noi siamo legati alle tradizioni e quindi ci teniamo che i nostri autobus spandano nell’aria quel meraviglioso odore e a dire la verità il gasolio lo usiamo anche nel fritto misto; è solo nel maledetto kebab che non siamo ancora riusciti a farlo usare!”, aggiunge stizzito.

“Questo sogno è un incubo!”, comincio a pensare.

Quasi quasi mi sveglio, ma il vicevice ormai è un fiume in piena prosegue paonazzo: “Perché faremo delle ordinanze rigidissime, abbiamo un piano del commercio straordinario concederemo licenze solo a chi ci sottoscrive il fallimento entro un anno che poi i debiti se li sistema con qualcun altro, saremo implacabili è ora di finirla!

Si figuri, questo mese abbiamo fatto chiudere un negozio in centro, si volevano chiamare Bottega del Territorio, che nome inqualificabile per la qualità dei nostri temporary store! Pensi, si erano finti cinesi per avere la licenza, ma noi con un attento lavoro di intelligence li abbiamo smascherati: erano una famiglia di Fivizzano, anche il cane (un bastardone) l’avevano travestito da chow-chow, e non le dico cosa abbiamo trovato dentro il negozio, da non credere! Vendevano impunemente: fagioli di Bigliolo, cipolle di Treschietto, patate di Pignone, lardo di Colonnata, marocca di Casola, pane di Vinca e, accuratamente occultate in un vano segreto, una panizza, una scherpada e ben 6 bottiglie di Vermentino, di quello vero! Da non crederci!”.

Mi rigiro nel letto sudato, sono prigioniero speriamo che finisca, il respiro torna normale ma il piccoletto mi riagguanta stavolta con fare più confidente e mellifluo mi tiene per un braccio, i suoi sodali alle mie spalle e mi dice: ”venga, venga  signor Massimo” (come cavolo fa a sapere il mio nome!). Mi porta in una stanza vuota (l’ultima, spero), c’è solo una parete aperta, come una finestra, ma senza infissi, affaccia sulla campagna e oltre si intuisce il mare. Lui,  con occhi sognanti  guarda il tablet, poi guarda me, poi guarda l’orizzonte e poi con un sibilo continua:” Vede signor Massimo, signor Massimo Ricci, (accidenti, sa anche il mio cognome, vuoi scommettere che sa anche dove abito?), pensi come sarebbe bello se tutti i VIPsss,  dopo aver trascorso una giornata nel nostro mare cristallino  e dopo un corroborante drink al bar dell’autolavaggio sul vialone, venissero a ciabattare con le loro preziose infradito, slalomeggiando tra le merde di cani con preziosi collari di Swarovski, per gustarsi un fantastico pezzo di pizza al taglio e bersi un bel bicchiere di trebbiano alla spina”.

Lo guardo e dico: “Ehi ehi piccoletto, sveglia! Questa è la realtà, il sogno è mio!”

Dalle persiane filtra un primo raggio di sole, in cucina mia moglie prepara il caffè, la gatta fa discorsi marziani, guardo fuori con apprensione… ah meno male, la vigna è ancora al suo posto!

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