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Le “sorprese” dei nostri amici amministratori: la partecipata CALLL

Il “mercato di Pallodola”. Così i sarzanesi chiamano la grande struttura che sostituì il “vecchio mercato” ortofrutticolo di piazza Terzi. Non tutti sanno, però, che la società che gestisce il mercato è una “partecipata”, nome convenzionale con cui si identificano le società pubbliche di proprietà di Enti istituzionali in tutto o in parte. In questo caso la C.A.L.L.L. (Mercato di Pallodola) è suddivisa fra più soci:
Comune di Sarzana,
Provincia della Spezia,
                                           Comune della Spezia,
                                           CCIAA di La Spezia e
                                           FI.L.S.E. s.p.a. (società finanziaria della Regione Liguria), che ha assorbito le quote delle tre Comunità Montane della Lunigiana soppresse.
Il Comune di Sarzana è azionista di maggioranza assoluta con circa l’ 80% delle quote, pari a 1.039.004,33 €. Il 9 Marzo 2015 la società modifica lo statuto con la firma dell’Assessore Sara Accorsi, per delega del Sindaco, e l’unico voto contrario, peraltro ininfluente, del rappresentante di FI.L.S.E. Nel nuovo statuto la società amplia le proprie competenze fino a “concedersi” la facoltà di effettuare, oltrechè operazioni finanziare ed altro oltre i confini dell’attività per cui era nata, operazioni immobiliari “…ivi compresa la compravendita, la locazione od affitto, gestione ed amministrazione, nonchè costruzione e ristrutturazione di beni immobili di qualsiasi natura…” Ad oggi la società C.A.L.L. è gravata di debiti verso le banche, per muti contratti in passato con C.D.P., Ca.Ri.Spe., Banca Versilia e Lunigiana ed Unicredit, per 7.747.997 €, interessi esclusi. “I mutui sottoscritti con Cassa Depositi e Prestiti Spa sono assistiti da garanzie concesse dal socio Comune di Sarzana”, ovviamente tramite fideiussioni. Quindi il comune di Sarzana è attualmente “esposto” per 6.424.193 €, escluso eventuali interessi, mentre alla società rimane un debito, che pare non coperto da fideiussioni, di 1.323.804 €. Poco tempo fa il nuovo Presidente di C.A.L.L., Giovanni Destri, già assessore PD in Provincia, poi segretario del PD Sarzanese e dipendente ASL in qualità di coadiutore amministrativo, ha lanciato un bando per la gestione in affitto di un nuovo immobile da costruire, destinato alla vendita all’ingrosso alle attività commerciali di prodotti alimentari, la cui costruzione, a carico della Società, costerà circa 3 milioni e mezzo secondo le informazioni in nostro possesso. Pare ovvio che la società, che pure non pare avere bilanci buonissimi e che corre su utili di poche decine di migliaia di euro, dovrà essere garantita da ulteriore fideiussione del Comune che arriverebbe ad una “esposizione” di 10 milioni di euro. Tutto quanto sopra senza nessuna informazione ai Consiglieri comunali, nè, tantomeno, discussione o passaggio in Consiglio. Già in sede di discussione del bilancio 2016 dicevamo: “Inoltre, la situazione finanziaria – del Comune – non solo non è stata sistemata, ma anzi minaccia di peggiorare, poiché dall’analisi dei bilanci delle altre partecipate emergono ulteriori elementi per altre preoccupanti situazioni deficitarie, per altri dubbi e altre situazioni poco chiare. Parlo di Sarzana Itinerari culturali, altra società in liquidazione che presenta un deficit e alcuni passaggi poco chiari nel bilancio 2014 su cui abbiamo fatto anche una specifica interrogazione, e della Società “Centro Agro Alimentare del Levante Ligure e della Lunigiana” che non ci pare proprio di interesse strategico per l’ Amministrazione – magari si potrebbero vendere le azioni di questa società al posto della casa di riposo Sabbadini, anche se mi immagino con dispiacere, ovviamente, per il neo eletto presidente Destri – e su cui insiste una garanzia, rilevata stranamente, e per stranamente intendo rispetto ai precedenti pareri, anche dal Collegio dei revisori, per più di 6 milioni di euro, dove, fra l’altro, ci pare di capire che sia a totale carico della nostra Amministrazione quando questa è socia al 78%. Come mai questa garanzia non è ripartita con gli altri soci?” Oggi sappiamo che le fideiussioni per 6 milioni e mezzo è a totale carico del Comune, senza che altri soci si siano esposti per il debito contratto dalla Società, e che l’Amministrazione potrebbe portare a 10 milioni la futura esposizione di fronte ad una situazione che non è assolutamente tranquillizzante, come avevamo già intravisto e come sembra confermare una frase “scappata” all’assessore alle partecipate nell’ultimo Consiglio Comunale nel ribattere alle contestazioni avanzate per quest’ulteriore impegno finanziario del Comune “… e allora facciamola fallire”. Beh… e se non ci saranno entrate per coprire spese, costi e debiti con le banche e il Comune sarà obbligato a liquidare la società, come previsto per legge per le società partecipate al terzo anno di bilancio negativo, ci accolliamo un’altro disastro come quello di Sarzana Valorizzazione Patrimonio che, fra riacquisto del vecchio mercato, fideiussione ed interessi e liquidazione dei debiti residui, ci è costato 7/8 milioni? Geni della finanza e della gestione.

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