TARI, ACAM, IREN… et voilà: il salasso è servito!
Ancora un rincaro. Ancora un piano finanziario indecente che offende i cittadini tutti. Eppure, sistematicamente, passa nei Consigli comunali. Indipendentemente da “dove spira il vento”.
Dicevano : “il vento è cambiato”. E noi di Sarzana in movimento dicevamo: “sarà… ma se cambia e non tira a favore dei cittadini, cambia il vento, ma non cambia nulla”. E infatti… …eccolo: il nuovo “piano finanziario 2019 TARI” che ACAM, ma meglio sarebbe dire IREN, propina al Consiglio comunale in perfetta continuità con gli anni precedenti e le precedenti Amministrazioni accondiscendenti.
Ricordate? Già nel 2013 l’avvento dell’ Amministrazione Cavarra portò il passaggio da TARES a TARI, con lo spropositato aumento che vide un ricarico medio per le famiglie del 75%, che stabilì la cifra “monstre” di 4.863,610 €, tutta a carico dei cittadini sotto forma di tributo locale.
Sono passati 6 anni e quest’anno IREN/ACAM chiede al Comune 5.931.834 €: in 6 anni aumenti costanti per un totale di 1.068.224 €! Pari al 22%.
Solo negli ultimi tre anni l’aumento è stato di 530.122 € con buona pace del fatto che con l’aumento della raccolta differenziata (che negli ultimi tre anni è aumentata del 39%, dal 27% al 66%) i costi devono diminuire.
Alla cifra chiesta da IREN/ACAM vanno poi sommati i costi “CARC” (Costi Accertamento Riscossione Contenzioso – a carico del Comune – ) per 415.307 € (circa 28 euro per contribuente – ma non saranno anche questi un po’ troppi? E perchè tutti devono dividersi le spese per il “contenzioso” che, ovviamente, riguardano le spese per il recupero dai morosi o dagli evasori?) per un totale di TARI di 6.347.141 €.
Dicevamo dell’aumento della raccolta differenziata… bene: se i materiali differenziati aumentano, aumentano i materiali recuperati e rivenduti e diminuiscono gli indifferenziati da smaltire. Ovvero: aumentano le cifre introitate per la vendata delle “materie prime secondarie” ai consorzi di filiera o ai privati che le recuperano per riutilizzarle e diminuiscono i costi per lo smaltimento degli indifferenziati, vuoi direttamente in discarica, vuoi attraverso la trasformazione in C.D.R. (Combustibile Da Rifiuti) o C.S.S. (Combustibile Solido Secondario).
Non è superfluo rammentare che IREN/ACAM (concessionaria del servizio di raccolta dei rifiuti) conferisce i rifiuti raccolti indifferenziati presso il “centro di trasformazione” situato in località Saliceti di Vezzano Ligure, centro che la stessa ACAM (ovvero i Comuni soci) aveva ceduto in gestione per 26 anni alla Società RECOS costituita a bella posta da IREN (ininfluente la quota dell’1,4% di LADURNER Spa che è la società che ha costruito il centro); operazione avvallata qualche anno fa da tutti i Sindaci della Provincia, ancor prima che IREN si “pappasse”anche ACAM . Pardòn: prima che ACAM si “aggregasse” ad IREN, a condizioni capestro ed incontrovertibili senza penali, sempre col beneplacito di tutti i Sindaci della Provincia; questa volta compreso quelli delle nuove Amministrazioni di Centro Destra che, precedentemente, aveva votato contro alla proposta di aggregazione assieme alle minoranze del M5S.
Unico lungimirante il Sindaco Paoletti di Lerici il cui Consiglio comunale votò contro l’aggregazione, portandosi in cassa anche più di 3 milioni di Euro per la vendita ad IREN delle partecipazioni del suo Comune in ACAM e che oggi può “andare sul mercato” e cercare un gestore più vantaggioso per le tasche dei cittadini.
La Nazione – Cronaca locale del 31 Marzo 2019
Ma torniamo al principio “più differenziata, meno costi” che, raffrontando i piani finanziari 2017 e 2019 risulta essere… …vero. Infatti i “costi di gestione” relativi alla gestione diretta dei rifiuti diminuiscono da 2.620.852 € a 2.250.021 € con una riduzione di 370.831 €. A questo, però, non corrisponde la diminuizione del costo per “trattamento e smaltimento” dei rifiuti indifferenziati a fronte di una consistente diminuzione della loro quantità (dal 63% al 34%), che, invece, aumenta pure ( nel 2017 era di 744.297 e nel 2019 è di 798.276 €), benchè a più differenziata (dal 27% al 66%) corrisponda meno smaltimento di indifferenziati.
Fonte: Piano finanziario TARI 2018 e 2019 Comune di Sarzana
Purtroppo “più differenziata, meno costi” per i cittadini di Sarzana risulta, quindi, essere vero solo secondo le tabelle dei piani finanziari 2018 e 2019, perchè poi, magicamente, IREN/ACAM fa aumentare il costo complessivo TARI rispetto agli anni precedenti imputandoci per il 2019 un poderoso aumento dei “costi generali di gestione” di ben 492.622 € che passano dai 2.537.030 € del 2017 ai 3.029.652 del 2019 attraverso i 2.766.733 del 2018!
Fonte: Piano finanziario TARI 2018 e 2019 Comune di Sarzana
In tutto questo non si trova traccia dei ricavi dervianti dalla vendita delle materie prime secondarie, ricavate dalla raccolta differenziata di plastica, vetro, carta, metalli e compost, ai consorzi di filiera (CONAI in testa) o a privati che pure dovrebbero tornare ai Comuni e da lì nelle tasche dei cittadini che differenziano.
E’ pure incomprensibile il fatto che, nonostante il costo unitario per tonnellata relativo alla raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti indifferenziati scenda di 8,91 €, IREN/ACAM scrive nel piano finanziario 2019 che il costo unitario a tonnellata rimane di 181,5 € come nel 2018, invece che 172,59 €.
Fonte: Piano finanziario TARI 2018 e 2019 Comune di Sarzana
L’abbiamo ripetuto per anni che ACAM ci faceva pagare cifre elevatissime, ma nel testo della delibera di approvazione del piano finanziario, stilata e presentata dall’ Assesore al Bilancio dott. Baroni, componente tecnico di Guinta chiamato dalla Sindaco Ponzanelli, si legge: “DATO ATTO che alla data odierna i costi standard del servizio di raccolta, valorizzazione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti differenziati dell’Ente sono al di sotto di quanto accertato a livello nazionale e aggiornato all’anno 2018”.
Eppure lo stesso Assessore ha ammesso, nelle repliche alle osservazioni dei consiglieri di minoranza: “non sono un tecnico, premetto, quindi ho provato a studiarmi anch’io il piano finanziario, ho provato a capire quanto ci costa la tonnellata, il differenziato, l’indifferenziato e sono arrivato alla conclusione che ci costa molto…”, aggiungendo anche che:“…per mia prassi comportamentale ho cominciato a verificare, anche se è un po’ fuori dal mio ambito, quelli che sono i costi che sostengono alcuni comuni della mia zona– Toscana/Lucca –, ma anche alcuni comuni della vostra, e ho visto, effettivamente, delle differenze”.
E allora perchè affermare in delibera una cosa che risulta palesemente falsa, come dimostrabile con una semplice ricerca on line sui costi medi a livello nazionale? Per non parlare, poi, di quelli inferiori praticati oramai in tantissime realtà, come, ad esempio, nel Nord-Est gestito dal Consorzio pubblico “Contarina”.
Ma proviamo a vedere anche il domani: ancora l’ Assessore Baroni, in palese difficoltà, continua poi dicendo ” …abbiamo iniziato un percorso di razionalizzazione ed efficientamento della raccolta… almeno nei programmi… nei piani… su cui darò la parola all’ Assessore competente – Roberto Italiani, componente di Giunta per parte Sarzana Popolare – però effettivamente, diciamo che siamo un po’ tutti… non voglio usare un termine brutto… siamo un po’ tutti in imbarazzo, perchè vorremmo fare qualcosa di diverso e di alternativo, ma per il momento non credo che siamo in condizioni di poterlo fare. Per quanto riguarda arrivare alla tariffa puntuale ci vuole un po’… un bel po’ di impegno e probabilmentente anche di tempo, perchè gli investimenti in organizzazionee logistica per un comune come il nostro non saranno così immediati”.
Chiamato in causa, l’Assessore Italiani interviene così: “Siamo in un periodo di transizione… siamo in un anno in cui stiamo cercando, come avevamo programmato… nell’anno 2019 sono in corso dei tentativi di modifica, che io spero si realizzeranno nel corso dell’anno, che riguardano le modalità di raccolta diverse rispetto al passato. Si tratta di organizzare un sistema di raccolta con isole ecologiche e sono stati già programmati diversi incontri…”.
E sulle previsioni future di aumento della raccolta differenziata dichiara: “…volevo, anche, rispondere a quali sono le prospettive di una raccolta differenziata più importante. Credo che questa partita si giochi su due fronti: uno è, naturalmente, l’educazione civica, e su questo noi stiamo lavorando, mentre il momento più importante sarà invece il raggiungimento, credo ci vorranno almeno un paio di esercizi, della raccolta puntuale”, che sarebbe meglio chiamare col suo nome, ovvero “tariffazione puntuale”: ogni utente tanto produce, tanto paga. Il tutto “attraverso il ritorno alle isole ecologiche per il centro e, forse, il semicentro”, speriamo ben organizzate ed “intelligenti”.
Purtroppo per l’ Assessore Italiani, IREN/ACAM non scherza neppure nel prendere in giro cittadini, Assessori e Consiglieri comunali per quanto riguarda gli obbiettivi futuri di incremento della raccolta differenziata. Infatti: analizzando il piano finanziario TARI per il 2019 per vedere se alle affermazioni dell’ Assessore si trova riscontro e scopriamo:
– per quanto riguarda il ritorno alle isole ecologiche si rileva solo un accenno senza un termine temporale ed una previsione di costi. Figurarsi chiedere un raffronto con il sistema attuale di porta a porta!
Ci sorge il dubbio che, nell’ipotesi che le isole ecologiche ripartano da quest’anno, IREN/ACAM ci chiederà pure un conguaglio il prossimo anno!
– per quanto riguarda, invece, la previsione di aumento della raccolta differenziata, IREN/ACAM si supera nella presa in giro.
A pagina 4 leggiamo, infatti, che nel triennio 2019 – 2021 ACAM Ambiente si pone l’obbiettivo di incrementare le percentuali di raccolta differenziata, ma non indica quale sia l’obbiettivo in percentuale prefissato anno per anno; lo ribadisce subito dopo, ma solo nel paragrafo successivo si legge un generico “65% per tutti i comuni serviti”, che è il limite minimo di legge fissato nel 2012 sotto il quale i Comuni pagano penali e sopra il quale accedono invece a sgravi.
Peccato che immediatamente dopo dichiari che a Sarzana la percentuale di differenziata nel 2018 sia stata del 65,6% e, quindi, smentisce l’obbiettivo genericamente riportato sopra in cui si impegnava ad “incrementare le percentuali di raccolta differenziata”. Il 65% prevede per il 2019 ed il 65,6% è stato il risultato dell’anno scorso. Addirittura l’obbiettivo fissato è minore del risultato precedente e viene pure confermato per i prossimi due anni.
Già nell’ultimo piano tariffario presentato al Consiglio comunale l’anno scorso, con l’ex Consigliere Chiappini, il nostro gruppo contestò il fatto che ACAM, pur indicando anche lì l’intenzione di migliorare la percentuale di raccolta differenziata, proponeva la stessa percentuale del 65% per i tre anni successivi. E dai tavoli della Maggioranza il Consigliere del PD Torre prese atto delle veridicità della cosa, .
E questo IREN/ACAM ha mantenuto, sta mantenendo e prevede di mantenere negli anni a venire.
E non è finita la presa in giro: a fronte di questa decantata, ma mancata previsione di incremento annuale di differenziata, si legge poi a pagina 5 che “all’interno del Piano Finanziario sono stati previsti gli interventi e le attività necessari per mantenere – RIPETIAMO: MANTENERE – gli attuali sistemi di raccolta differenziata delle frazioni riciclabili – con buona pace per le annunciate isole ecologiche dell’ Assessore Italiani-, e ottenere nel 2019 la percentuale attesa del 66% di raccolta differenziata – NOTATE CHE E’ LA STESSA DELL’ANNO PRECEDENTE –, che si ritiene permetta di superare i risultati di riciclaggio del 45% in termini di peso, rispetto al rifiuto prodotto per le diverse frazioni, secondo quanto indicato nella Legge Regionale n. 20 del 1/12/2015”.
E la conferma del mantenimento dell’attuale sistema di raccolta lo troviamo immediatamente dopo, a pagina 6, con tanto di tabelle esplicative.
Ed ancora dopo, a pagina 10, al punto 1.4 del piano TARI, IREN/ACAM dice che “nel 2019 si prevede un lieve aumento della percentuale di Rifiuti Differenziati raccolti, rispetto al dato complessivo dell’anno 2018″ ribandendo “con una fase di stabilizzazione e mantenimento nel biennio successivo.”
Cioè: NON CAMBIA NULLA! Per i prossimi tre anni ci terremo, se va bene un bel 66%
SI! Pensiamo ci prendano in giro , oltreché farci pagare cifre fuori mercato.
E siccome “a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca” ci chiediamo, e lo facciamo da tempo perchè la scellerata operazione della cessione dell’impianto di Saliceti, oltre a quello di compostaggio di Boscalino, è lì a provarlo: se non sia il caso che IREN/ACAM afferma il falso nell’indicare genericamente l’obbiettivo di aumentare la raccolta differenziata, che poi non conferma nella percentuale che fissa anno per anno, perchè lavora per mantenerla al 65%?
Ovviamente questo garantirebbe a RECOS, ovvero ad IREN che detiene il 98,6% delle azioni della Società, il 35% dei rifiuti indifferenziati da trasformare in CDR/CSS nel suo centro di Saliceti per essere avviato all’incenerimento, presumibilmente nei suoi termovalorizzatori, per produzione di energia da rivendere.
Cioè: non solo paghiamo ad IREN quote anche elevate a tonnellata rispetto ad altre realtà Italiane per il trattamento e lo smaltimento della percentuale di indifferenziato, ma questa ci guadagna pure rivendendo l’energia prodotta, garantendosi una quota fissa di entrate e mantenendo l’ indifferenziato al 35%?
In altri comuni d’Italia si raggiungono quote anche superiori all’ 80%, abbattendo la quota di indifferenziato, il cui costo di smaltimento grava sulle cartelle TARI di famiglie ed aziende, ed applicando veramente la tariffa puntuale agli utenti con grandi benefici economici per gli stessi e per l’ambiente.
2 Aprile 2019 – Associazione civica Sarzana in movimento