• per riportare la sinistra a Sarzana
Archivio, Partecipazione Trasparenza & Amministrazione

ACAM: acqua e rifiuti. Informati ed esprimiti: è in scadenza…

Ci preme sottolineare che

  • i componenti del coordinamento di Sarzana in movimento, ancor prima della sua nascita, difendono il principio dell’ Acqua Pubblica, bene primario su cui non si devono fare speculazioni o profitti 
  • la gestione dei rifiuti deve rimanere in mano pubblica in modo che la miniera d’oro che nascondono col loro riciclo, trasformazione e riutilizzo torni a favore dei cittadini e della società compromettendo il meno possibile l’ambiente.
  • non si può fare la programmazione politica con la promessa di un futuro di soli 5 anni, forse più, ma forse anche meno, sulla pelle dei nostri figli e nipoti;
  •  il consigliere Valter Chiappini, nostro candidato Sindaco, votò contro l’autorizzazione conferita ad Acam di andare a bando per ricercare una società interessata ad incorporarla;

Prendiamo atto, con rammarico, che

ciò che si definisce la “nuova sinistra sarzanese” non sprechi una parola su questo tema difficile, forse preferendo quelli di più facile impatto.

O forse perchè – quando era parte integrante della maggioranza – non reputò tale argomento degno di essere difeso in contrasto con il Pensiero Dominante (leggere qui) che a quel tempo sorreggeva spesso col voto.

Risuona assordante il silenzio della maggioranza

che il 22 dicembre prossimo venturo deciderà il futuro di ACAM e quindi dell’acqua e della gestione dei rifiuti.

Ma torniamo ai fatti

Venerdì scorso, 12 dicembre 2017, su Tele Liguria Sud, nella trasmissione il Salotto del Signor Rossi erano a confronto due sindaci.

Tranquilli: non il sindaco di Sarzana.

Da un lato

Leonardo Paoletti
Sindaco di Lerici

che si chiede

  • a cosa siano valsi i sacrifici dei lavoratori e degli utenti volti a rimettere in sesto un bene appartenente al nostro territorio, ora finalmente in grado di produrre utili
  • quale peso potrebbe avere un comune le cui quote finissero nell’enorme calderone di IREN diventando infinitesimali
  • perchè ci si pieghi a regalare a Iren piani tariffari altissimi e assicurati fino al 2033 quando tali piani erano stati accettati allo scopo di arrivare al completo risanamento di ACAM.

Dall'altro

appartenente a quel partito che festeggiò la vittoria al referendum del 2011 del NO AL PROFITTO SUI BENI COMUNI, ACQUA IN PRIMIS, e NO ALLA PRIVATIZZAZIONE (per poi disconoscerla nei fatti). Che raggiunge il vertice con il grido di battaglia: “Acam può finalmente andare sul mercato!

Paola Sisti
Sindaco di Santo Stefano Magra

che dopo aver richiamato alla serietà in quanto di sta parlando della “carne” dei lavoratori, enuncia i punti “positivi” salienti che gli sono stati prospettati da Garavini, dando tuttavia prova di non aver né letto il patto né di essersi documentato sui dati:

  • Superamento degli esuberi e del demansionamento e territorialità garantita ai lavoratori operativi e non operativi fino al termine delle concessioni 2028-2033 (peccato che il patto parasociale tra Acam e Iren – come tutti i patti parasociali – durerà solo 5 anni e i sindaci non avranno più il controllo politico per parare eventuali strali sui lavoratori)
  • Tariffe non aumentate – ma purtroppo, laddove “regna” Iren, le tariffe sono più alte che nel nostro territorio e talora aumentate dopo il suo insediamento
  • Mantenimento di Acam Acque e Acam Ambiente con Presidente locale che avrà il diritto di veto su alcuni punti (ma nel patto non c’è scritto sicuramente così, e, d’altra parte, l’esistenza di società Acam di nome, ma Iren “di fatto” avrà la durata di soli 5 anni).
Antonio Carro
Sindacalista

e infine

Rino Tortorelli
Presidente di Acquabenecomune

A sciorinare dati per controbattere errate informazioni ed interpretazioni ed approfondire il tema c’è chi il documentatore lo fa di mestiere e per passione

Preoccupanti le uscite del Sindaco santostefanese

Mentre parlate io leggo sto malloppo…”.

“Non deve passare il messaggio che siamo contro l’Acqua BeneComune…”.

Vigileremo…”. “Io vorrei che l’acqua, nostro bisogno primario, non si pagasse….”.

Rino le ricorda allora che Iren, società privata che ha come suo bisogno e scopo primario quello di incamerare utili, fa pagare eccome non avendo neppure gli scaglioni.

E che lei, come tutti i sindaci spezzini, perderanno la possibilità di scrivere i contratti di servizio, che viceversa saranno imposti dai consigli di amministrazione di Iren.

“Nonono” urla la Primacittadina,

“i contratti di servizio mi siedo intorno a un tavolo e li decido io!”

A Rino Tortorelli non resta che contraddirla nuovamente, sulla base del punto 9.3.2 del patto:

Le delibere concernenti i contratti di servizio sono appannaggio del Consiglio di Amministrazione di Acam-Iren…”

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