Il contadino lo sa, pulisce i suoi fossi.
Le notti sono lunghe con un occhio al cielo e l’altro al fiume.
Il contadino conosce l’acqua: quando serve si fa pregare fino allo sfinimento, ma poi arriva, di colpo scorre, salta, scava, morde l’ostacolo, lo aggira, lo rimorde, lo trascina… e allora è tardi.
Il contadino lo sa: non serve piangere l’imponderabile, l’acqua non ha colpa.
La colpa sta nell’ignavia dell’uomo: 200 e più giorni di siccità sono un tempo lunghissimo in cui fare, pulire, predisporre e attendere nella speranza che “tutto scorra” senza dover piangere nulla e nessuno.
Il contadino lo sa: per i politici è più facile sguazzare nel pantano dell’emergenza, con i cittadini affranti e supplichevoli, umanamente talmente prostrati da non avere la forza di individuare i responsabili umani delle loro disgrazie.
Il fiume torna sempre dove scorreva. E’ più un fatto di idraulica che non un fantomatico dissesto idrogeologico; così l’occhio attento può capire dove il fiume tornerà ad uscire, trascinando a valle come proiettili i faggi, le betulle, le acacie cresciuti indisturbati dentro l’alveo.
Come addebitare all’imponderabile la stupidità e la negligenza di chi comanda le pulizie delle strade costiere del fiume e non sa che tutti gli sfalci sono stati gettati all’interno del greto?
Con un occhio al cielo e l’altro al fiume, i miei fossi sono puliti; speriamo di non dover piangere nessuno
di Massimo Ricci, contadino, coordinamento Sarzana in movimento
insieme a
Andrea Moruzzo
Gianna De Fraia – tesoriere
Giorgio Giannoni
Laura Lazzarini – segretaria
Marco Fausti
Marco Marchi
Valter Chiappini – presidente